Le origini
L’insediamento umano ebbe inizio lentamente nel corso dei secoli fino ad intensificarsi nel Medioevo. I primi nuclei abitativi sfruttarono le fasce orizzontali ed i terrazzamenti lasciati dalle ere preistoriche per le coltivazioni e l’allevamento
.
Con la nascita dei paesi ebbe inizio anche l’edificazione di chiese e cappelle. Le chiese di Trarego e di Viggiona rimasero a lungo sotto la giurisdizione della Pieve di Cannobio, di cui costituivano due cappelle.
La cappella era una chiesa minore in cui si celebrava la messa ma non si amministravano sacramenti fondamentali come il battesimo. La dipendenza dalla Pieve era anche di tipo economico in quanto, avendo la Pieve proprietà che faceva coltivare nel territorio delle cappelle, riscuoteva le decime.
Le esigenze di culto dovute al moltiplicarsi della popolazione e alle difficoltà di trasporto delle salme fino alla chiesa matrice per il funerale e sepoltura, portarono alla trasformazione delle cappelle in parrocchie. Viggiona divenne parrocchia autonoma nel 1492, successivamente Trarego, nel 1513.
L'evoluzione economica
Il miglioramento delle vie di comunicazione e l’esperienza di intere generazioni di cuochi, camerieri ed albergatori partiti come emigranti, portò inevitabilmente all’inizio del XX sec. ad uno sviluppo del turismo territoriale: l’aria salubre ed il clima più fresco rispetto a quello delle rive lacustri spinsero molti villeggianti, provenienti soprattutto dalla città di Milano, a cercare una possibile meta per il periodo estivo lungo le pendici e le colline sopra il lago.

L’ odierna Strada Provinciale che da Cannero porta a Trarego fu costruita dai militari al tempo della prima guerra mondiale e contribuì fortemente all’uscita del paese dall’isolamento.
Le attività tradizionali
A quei tempi molte erano le botteghe e gli artigiani che operavano nei paesi: c’erano calzolai, falegnami, il barbiere, il panettiere, il macellaio, negozi di generi commestibili ed una merceria. Per il rifornimento dei negozi i commercianti scendevano a piedi fino a Cannero e con il battello si recavano a Luino o a Intra. Al ritorno la merce era trasportata al paese a dorso d’asino o di mulo. Esistevano anche dei mulini per la macinatura dei cereali.
Il burro e il formaggio erano i prodotti tipici degli alpigiani e loro fonte di guadagno. A Trarego esisteva anche una “Latteria Sociale” a cui chi voleva poteva associarsi per lavorare il latte.
Elemento primario della scarsa economia delle genti di montagna era l’utilizzo del legno e dei frutti del castagno. Soprannominato “l’albero del pane”, i suoi frutti contribuivano all’alimentazione dell’uomo, consumato arrostito o lessato; essiccato e sbucciato veniva invece consumato con il latte o trasformato in farina.

Anche il noce forniva all’uomo i frutti, i derivati dalla loro lavorazione ed il suo pregiato legno: dalla macinatura e spremitura delle noci si otteneva un olio molto nutriente.
Una delle attività principali era anche la produzione di carbone vegetale dolce. Le “aie carbonili” costruite nelle faggete servivano appunto per la trasformazione del legno in carbone, che veniva poi utilizzato per il riscaldamento, in metallurgia e dall’industria chimica, nonché per la produzione di catrame, pece e vari tipi di combustibili.
La Resistenza
Uno degli episodi più tragici della Resistenza nel Verbano accadde a Trarego, in frazione Promè, il 25 febbraio del 1945. Nove partigiani della Volante Cucciolo furono accerchiati dalle milizie fasciste. Solo due riuscirono a salvarsi. Gli altri sette furono uccisi ed i loro corpi massacrati e seviziati con mutilazioni in varie parti del corpo. Anche due civili passanti per caso nella zona furono colpiti con decine di colpi. Portati i corpi dagli abitanti nel cimitero, il Maggiore Martinez, comandante della milizia fascista, vietò i funerali minacciando di incendiare il paese. Pochi giorni dopo, un paesano che aveva pronunciato frasi di sdegno viene catturato ed ucciso. Può essere considerato la decima vittima dell’eccidio.

Il Presidente della Repubblica, in data 26 giugno 2008, ha conferito al Comune di Trarego Viggiona la Medaglia d’Argento al merito civile in memoria delle vittime dell’eccidio.
Il dopoguerra
A partire dagli anni Settanta vi fu un notevole sviluppo edilizio nei dintorni dei centri abitati, in particolare di Viggiona e Cheglio, che vide la costruzione di villaggi tuttora abitati soprattutto da turisti tedeschi. Anche se tale risorsa rappresenta una realtà estremamente positiva per il territorio e fondamentale risorsa economica, si auspica tuttavia ad un rapido ritorno di alcune risorse alberghiere che possano integrare e completare la ricettività turistica.
